giovedì 23 luglio 2009
PORNOGRAFIA E SESSO, FETISH E MODA, VERITA' E AMORE.
" Dell'erotismo si può dire, innanzitutto, che esso è l'approvazione della vita fin dentro la morte." G.Bataille
Il porno e il fetish appartengono, rispettivamente, a due sfere distinte, le quali si oppongono quasi completamente l'una dall'altra, ma che tuttavia spesso risultano essere addirittura confondibili.
Il porno non è nient'altro che la rappresentazione delle verità concernenti il Sesso, mentre invece il Fetish mette in mostra soltanto una devozione totale per ciò che riguarda l'ambito della Moda, che con il sesso, come è facile intuire, non ha proprio niente a che vedere. Eppure siamo abituati sempre più a includervi il mondo del glamour, così come quello dello spettacolo, presentandoli come sfaccettature rappresentative della sessualità, includendo in essa concetti come quelli di Seduzione, Strategia, Inganno, Bellezza, Eleganza etc etc
Ma con il sesso, e con esso (seppure in sede separata) l' amore, non si rappresenta assolutamente l'insieme che comprenda questi elementi. Siamo abituati, spesso, a considerare come necessario il rituale di incantamento, contraddistinto in occhiatine, parole dolci, contraddizioni, atteggiamenti e varie galanterie di ogni sorta. Perché avviene questo? Forse perché abbiamo bisogno di riportare e tradurre su un piano "sociale" quello che è il nostro desiderio sessuale, così da ufficializzarlo in piccoli gesti e parole che ci permettano di renderci amabili agli occhi della persona desiderata. Ma questo processo a che cosa porta? porterà ad innamorarsi dell'altro? oppure porterà ad un più misero incantamento rivolto a quell'immagine apparente mostrata (avente sede nella zona spettacolarizzata dell'immaginario "pre-imposto")? E questo riguarda, certamente, non solo i rapporti a breve termine, ma soprattutto i lunghi anni di matrimonio trascorsi spesso con un compagno o una compagna che ci rendiamo conto esserci stati sempre e totalmente sconosciuti.
Il primo è il caso dell'apparenza e il secondo quello dell'autenticità.
Nel primo caso vediamo rientrarvi tutti quei fenomeni di attrazione rivolti a uno stile, un modus vivendi, o un particolare nell'altra persona (che può essere addirittura il mestiere che questi svolge, come spesso avviene). Nell'altro caso invece è da considerarsi come la più totale devozione verso l'altro. La più totale consacrazione reciproca di due esistenze, inclusi i lati peggiori di entrambi. Cioè la più totale Verità del desiderio.
Perché una simile verità possa esprimersi, c'è bisogno che essa però venga espressamente pronunciata; venga, in sostanza, resa manifesta innanzitutto verbalmente. Nel caso della Pornografia cinematografica (quella più comunemente frequentata) abbiamo la visione di immagini raffiguranti corpi nudi, organi genitali e varie penetrazioni. Nel caso del Fetish, invece, si ha un caso di devozione sovrasensuale indirizzata non più verso la persona, intesa carnalmente e quindi comprendente gli odori, la pelle etc, ma verso un'immagine sublimata che vede l' utilizzo di un oggetto usato al fine di veicolo, e che ci riporta primariamente l'importanza di quel modo in cui ci appare la donna, o l'uomo, e non tanto del modo in cui essa è. Quella che provoca in noi eccitazione, diventa, dunque, la totale devozione che mostriamo di avere verso la Moda, intesa come un terreno neutro, privo di identità, impersonale, il quale sovrasta la nostra stessa Vita fornendo invece una totale priorità alla Merce in sé, e alla sua simbolizzazione. Questa è chiaramente la forma più degenerata di ipocrisia borghese, in cui siamo educati a chiudere gli occhi davanti alla nostra verità più animale e dove ci è concesso di aprirli per bene verso quella sfera, per l'appunto sovrasensuale, propria dell'apparenza. Facendo questo, viene ad accadere una totale disidentificazione con noi stessi. Quello che noi riconosciamo come il nostro volto è quello che ci viene propinato dalle mode, e i gesti che assumiamo sono sempre circoscritti entro un campo determinato di possibilità le quali rispettano un ferreo rigore rituale, una liturgia sociale, imprescindibile in certi casi.
Così avviene che non siamo più capaci di esprimere i nostri desideri. Avviene che ci nascondiamo dietro frasi che portano appresso il servile rispetto per quell'identità che siamo costretti a mostrare socialmente, per essere ritenuti il più possibile accettabili dagli altri. Avviene, in sostanza, che diventiamo vittime di una feroce mistica feticistica in cui il soggetto viene totalmente eclissato e in cui viene messo in primo piano il ruolo dell'oggetto inteso nel suo senso più generale. Si diventa servi di quegli atteggiamenti e quelle abitudini senza le quali non potremmo essere socialmente utili. Ci si abitua a innamorarsi di questi gesti, di queste scarpe, queste gonne, questo sorriso, questa battuta etc.
Tutto ciò non fa però che soffocare in maniera disastrosa la nostra stessa vita. Avviene, in sostanza, che l'inganno sembra essere diventato addirittura necessario.
Guy Debord scriveva nel suo "La società dello spettacolo": tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una sola rappresentazione. Tutto ciò crea quindi un profondo sradicamento dell'uomo da se stesso. Un inesorabile allontanamento dell'uomo dai bisogni della vita, trasferitasi nel bisogno di denaro. Lo stesso Debord userà come citazione una frase di Hegel a proposito del denaro inteso come la vita di ciò che è morto, moventesi in se stessa.
Il Porno ha forse oggi qualcosa da mostrarci? nella teoria dovrebbe provocare in noi un'emozione autentica, proprio perché dotata di una singolarità e non contenente in sé i riflessi di meta-letture legati a ricordi personali (di chi?) o storico-culturale. Nella pratica si ritrova anch'esso incastrato nelle dinamiche della società dello spettacolo.
Il Fetish può essere invece considerato come la più totale degenerazione del sovrasensualismo, educante alla devozione sentimentale rivolta verso una forma trasfigurata e subimata di oggetto di desiderio, avente la sua sede nella moda e non in una precisa essenza umana verso la quale ci si abbandoni.
E infine possiamo considerare la sfera sentimentale come un miracolo che si renda possibile solo nel più totale svelamento del vero, e che quindi necessiti di una più completa nudità piuttosto che di una serie di menzogne che servano da nutrimento per un ente morto avente vita meccanica, così come richiesto dalle Istituzioni Statali.
Insomma finalmente intenderemmo l'Amore come la forma più completa di Oscenità, cioè di quella zona tanto spaventosa, proprio perché da troppo tempo siamo stati abituati a considerare il Vero come il male peggiore da combattere.
Luca Atzori
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> Quella che provoca in noi eccitazione, diventa, dunque, la totale devozione che mostriamo di avere verso la Moda, intesa come un terreno neutro, privo di identità, impersonale, il quale sovrasta la nostra stessa Vita fornendo invece una totale priorità alla Merce in sé, e alla sua simbolizzazione.
RispondiEliminaMassimo Fini, citando non so chi, faceva notare come l'uomo era spaventato dalla femmina e che preferiva a questa la donna.
La femmina, animale nudo, caotico, incontrollabile e creatore di vita è un terrore per l'essere umano, che vive una vita da donatore di morte, sperma, ordine.
La donna, invece, è una femmina sulla quale viene esercitata una violenza di stampo culturale per definirla, controllarla, limitarla, sottometterla all'uomo, per portar ordine al caos.
C'è un feticismo leggero dopo quello da DSM e da BDSM, praticato da molti, che si basa sulla svestizione incompleta della donna. Essendo la femmina (che è sempre interamente nuda) un nemico per l'uomo durante l'atto violento per eccellenza, il lasciarla anche con leggero drappo, un'orecchino o chissà che altro la riporta alla più semplice e sottomessa situazione di donna.
>Questa è chiaramente la forma più degenerata di ipocrisia borghese, in cui siamo educati a chiudere gli occhi davanti alla nostra essenza più animale e dove ci è concesso di aprirli per bene verso quella sfera, per l'appunto sovrasensuale, propria dell'apparenza. Facendo questo, viene ad accadere una totale disidentificazione con noi stessi. Quello che noi riconosciamo come il nostro volto è quello che ci viene propinato dalle mode, e i gesti che assumiamo sono sempre circoscritti entro un campo determinato di possibilità le quali rispettano un ferreo rigore rituale, una liturgia sociale, imprescindibile in certi casi.
>Il Fetish può essere invece considerato come la più totale degenerazione del sovrasensualismo, educante alla devozione sentimentale rivolta verso una forma trasfigurata e subimata di oggetto di desiderio, avente la sua sede nella moda e non in una precisa essenza umana verso la quale ci si abbandoni.
Ma qui non consideri sia il lato psicologico del feticismo e nemmeno il suo ruolo di animale sociale, entrambi pre-esistenti ancora prima della nascita del borghese.
>Dunque, ricapitolando, possiamo considerare il Porno come l'unica forma d'arte che abbia oggi qualcosa da mostrarci, e che oltretutto possa provocare in noi un'emozione autentica, proprio perché dotata di una singolarità e non contenente in sé i riflessi di meta-letture legati a ricordi personali (di chi?) o storico-culturale.
Ma purtroppo il porno è vittima esso stesso della società di Debord: è rappresentazione. Peraltro molto inflazionata, quindi noiosa.
Articolo interessante però ;)
I.