giovedì 24 dicembre 2009

BENTORNATO MARX! RINASCITA DI UN PENSIERO RIVOLUZIONARIO



Nel film "Goodbye Lenin" la fervente socialista Christine, va in coma in seguito ad un infarto e ci resta per otto anni. Nel mentre, nel mondo intorno, avviene un mutamento epocale: la caduta del Muro di Berlino. Quando la donna si risveglia, i figli cercano di tenerle nascosto il fatto, in modo da non causarle traumi, e lo fanno creando finti telegiornali e generando un sistema di informazioni riportante fatti non corrispondenti alla realtà.
Nel libro "Bentornato Marx, rinascita di un pensiero rivoluzionario" scritto da Diego Fusaro ed edito da Bompiani, si racconta invece l'esatto contrario, seppure a differenza di quel che riguarda il film sovracitato, in questo caso si tratta di una condizione che ci tocca realmente e da vicino.
Karl Marx viene considerato il "grande escluso" della storia, continuamente messo a tacere nell' ipnotica cantilena che dichiara il capitalismo come unico sistema possibile ed accettabile, e che sostiene addirittura che questo sia sempre esistito: il filosofo del "Capitale" viene spacciato per sepolto.
In questo libro, difatti, si trovano neologismi come Marx-fobia o Marx-latria, atteggiamenti considerati entrambi come il seguito di un fraintendimento grossolano.
Nel primo caso, il ripetersi della litania “Marx è morto” sarebbe da pensarsi come una sorta di esorcismo operato ripetutamente per liberarsi di un elemento estremamente scomodo per il sistema, quasi che lo “spettro” di Marx (per citare Derrida) ossessioni davvero questi paladini del Mercato.
Dall'altro lato c'è invece quell'orientamento che fa coincidere Marx con il comunismo sovietico, e che quindi tende ad associare al filosofo i vari gulag, le grandi purghe, i piani quinquiennali, Lenin, Stalin etc etc.
Fusaro si pone una domanda ironica quanto vera: perché non si ripete allo stesso modo che sono morti filosofi come Kant e Cartesio?

Molto interessanti sono inoltre le pagine in cui le categorie proprie del pensiero di Fichte, (dove all'io viene assegnato il ruolo di trasformatore del Non-io) vengono associate alla concezione propria del Materialismo storico, dove i mutamenti avvengono mediante la prassi, la trasformazione della natura da parte dell'uomo; non meno importanti risultano essere quelle pagine in cui si parla di “feticismo delle merci”, processo per cui l'uomo così come diventa devoto al Dio generato dal suo intelletto, tale diventa nei confronti di quegli oggetti che sono prodotti dalla sua fatica.
Fusaro pensa, sostanzialmente, ad un Marx più che attuale.
In un periodo storico in cui lo stesso liberismo si scontra con i suoi peggiori difetti, e in cui tanto si parla di crisi, viene riproposto il pensiero di un filosofo che troppe voci “post-moderne” hanno voluto dimenticare per sempre, facendoci credere che la storia sia finita e che da ora in poi l'unico destino che ci spetti sia quello dell'economia politica, in un costante e immutabile piattume.

La sentenza che l'autore ritiene degna di considerazione risulta in conclusione essere questa: non si tratta di ritornare a, ma piuttosto ripartire da Marx.

Luca Atzori

mercoledì 2 dicembre 2009

SUPERSTIZIONI DI WOLPERT


Sei cose impossibili prima di colazione (le origini evolutive delle credenze) scritto da Lewis Wolpert, ed edito nel 2008, deve il suo titolo a un episodio tratto da Attraverso lo specchio di Lewis Carroll:

Alice rise: “È inutile che ci provi”, disse; “non si può credere a una cosa impossibile”.
“Oserei dire che non ti sei allenata molto”, ribatté la Regina. “Quando ero giovane, mi esercitavo sempre mezz'ora al giorno. A volte riuscivo a credere anche a sei cose impossibili prima di colazione”.

Il discorso che tenta di fare l'autore ruota intorno all'argomento della credenza, visitato in ogni sua sfaccettatura (i capitoli del libro presentano titoli come: Vita Quotidiana, Animali, Religione, Paranormale, Salute...).
La tesi di cui sono vestite queste 210 pagine, sembra essere quella secondo cui l'atto di credere in cose assurde sia connaturato nell'uomo, a un livello addirittura genetico. Quasi non si possa far nient' altro che credere.
L' "impossibilità" più premiata nella storia dell' evoluzione sarebbe, secondo Wolpert, quella del concetto di causalità (che già Hume e Wittgenstein consideravano come una mera superstizione).
L'importante è solo non caderne vittime.
Wolpert sembra quasi considerare la credenza come un'arma a doppio taglio. E' si una sorta di dono concessoci dalla natura, ma si corre tuttavia il rischio di trovarselo davanti come un padrone ingannevole, senza che ci si sia minimamente accorti dell'accaduto. Ed è proprio di quella disattenzione che l'autore si lamenta dalla prima fino all'ultima riga.
Il libro potrebbe essere considerato come un vero e proprio elogio della lucidità (inserito all'interno di un manuale dell' arte di credere).
Certo però, lo stile argomentativo, presenta alcune debolezze.
L'utilizzo che l'autore fa di una teoria come quella evoluzionistica, appare infatti come una sottile "maglia posta sulla realtà" (per non dire che risulta essere alle volte addirittura un po' ridondante).
Può certo essere letta con una lente ironica, seppure non riesca ad emergere in superficie l'intenzione autentica. Resta piuttosto quell'ombra di uno stile diaristico.
Tutto sommato piace anche a noi "credere" che l' autore abbia voluto, in qualche maniera, pensare ad un qualcosa di veramente impossibile (magari proprio prima di andare a fare colazione), e che magari ci abbia creduto al punto da non essersi accorto neppure un po' di essere diventato un vero e proprio devoto.

Luca Atzori