mercoledì 14 luglio 2010

L'ARTE DI SOGNARE


Il ventisette giugno si è tenuta, presso l'Alcatraz murazzi, una rassegna organizzata dall'associazione culturale Torino Teatro di Alan Mauro Vai, presentata come L'Arte di Sognare.
Più precisamente si è trattato di una festa avvenuta in onore della neonata compagnia Eidos Teatro che raccoglie artisti di ogni genere: da autori a attori, musicisti, pittori, fotografi, editori etc.
Il leitmotiv dell'evento è stato senza dubbio (come si può facilmente intuire) quello del sogno inteso in ogni sua accezione (desiderio, vita onirica etc). Si può dire che tutto l'evento abbia utilizzato questo tema come una finestra aperta per illuminare la realtà di una sera.
Tutto ha avuto inizio con una mostra dove sono state esposte le opere della scenografa Delia Colanino, la stilista Samanta Lai, l'artista Babalushi e il fotografo che si fa chiamare Musicante Alchemico. Sia Delia Colanino che Musicante Alchemico hanno partecipato (ciascuno secondo le proprie competenze) alla realizzazione dello spettacolo Modestia a Parte, scritto da me, diretto da Alan Mauro Vai e recitato da Ilaria Aseglio Gianinet, avvenuto dopo (e seguito da) altri diversi spettacoli e performance che sono stati:
la presentazione della Casa Editrice Eris, la presentazione del testo di Cheik Ngoma Bayefall Il Silenzio degli Dei, lo spettacolo Mac Beck di Alan realizzato con gli allievi di uno dei numerosi laboratori che svolge a Torino, lo spettacolo Marco Fratta Reading Project di Marco Fratta con letture a cura di Vincenzo Di Federico e Alan, la performance di decorazione fluo di abiti dal vivo di Samanta Lai e seguito dallo spettacolo di Giulia Donelli “Non è come sembra” con Cristina Costigliola e I viaggi del mulo di CJ Emulo.



La spontaneità con cui è avvenuta la collaborazione ha certamente accresciuto e reso vivida quella necessità comunitaria che in maniera sempre più urgente si avverte nella nostra realtà artistica nazionale.
Si dice che per gli artisti sia un periodo sfavorevole (non si sa bene se sia esistito un tempo in cui la situazione fosse andata diversamente) così invece di annegare nelle solite lamentele si è pensato di dare voce proprio e in particolare a quei sogni e desideri che son stati raggruppati insieme all'aiuto di menti e vite diverse in un'esperienza di gruppo .
L' evento ha ruotato certamente intorno al tessuto della serata stessa, avvenuta (pare non a caso) in un locale notturno. Diversi spettacoli, mostre e performance, sono riusciti a riunire le persone in un vero e proprio rito dove lo svago ha acquistato un senso vero e proprio.
Ci si trova spesso a vagare per locali senza sapere perché ci si sia finiti, così che si rischia abitualmente di cadere in routinarie ubriachezze e si va a far sbandare le proprie motivazioni verso non si sa dove, a meno che non ci sia un concerto o un altro tipo di evento che giustifichi lo spostamento.
In questo caso si è voluto raccogliere le persone e fare in modo che una serata potesse far fare loro qualcosa che potersi raccontare.
Invece di costringerci a fingere, mascherarci e mostrare di noi stessi un volto che spesso ci costringiamo a vestire, abbiamo voluto far parlare la nostra vita stessa, i nostri talenti, si è cercato di far parlare il nostro passato per fargli dire ad alta voce quale sarà il futuro che preferirà incontrare. Per questo è avvenuto tutto ciò. Il titolo tratto da un libro di Carlos Castaneda intitolato appunto L'arte di sognare, dove si raccontava di un'esperienza vissuta dallo stesso scrittore avente come centro l'iniziazione sciamanica. Il teatro è in effetti una forma di sciamanesimo. Prima di tutto è terapia, messa in mostra di quel che normalmente siamo costretti a nascondere dando voce ciascuno al proprio demone.
Se qualcuno ritiene che il teatro sia una forma d'arte imbalsamata, posso ritenere che di certo non si possa dire lo stesso per quel che riguarda quel rito che è l'incontrarsi, mettersi attorno a un fuoco e raccontarsi delle storie.


Luca Atzori

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