mercoledì 13 luglio 2011

MAD PRIDE: L'ECLISSI DEL SE'

Mad Pride intende riporre la sua attenzione verso la pazzia, ma con una giusta precisazione da fare: essere pazzi non fa figo. Il concetto del “fare figo” è esattamente ciò che maggiormente contrasta con i propositi che sorreggono l'etica di Mad pride.
Innanzitutto bisogna subito porre una distinzione fra quella che viene intesa come la nostra personalità e quello che invece potremmo definire il nostro vero sé.
La personalità è spesso costretta ad essere qualcosa di più che una maschera. Essa diventa una menzogna.
Normalmente si è costretti a mentire su sé stessi, lanciando sorrisi, sguardi, parole, che sono di per sé segnali convenzionali lanciati come frecce e dispersi nella memoria che gli altri porteranno di noi stessi come una facciata vivente, il ricordo di un demone.
Facendo questo creiamo uno scudo per il nostro sé, dove la verità delle emozioni e dei nostri pensieri, viene dapprima occultata, poi dimenticata e fatta marcire.
Dobbiamo immaginare di essere osservati da un occhio che giudichi solo il vero, solo ciò che abbiamo compiuto con le nostre azioni. Quest'occhio ci guarda mostrandoci il nostro sé, che ci appare come un bambino, un vagabondo marcio e ubriaco, abbandonato a sé stesso, anzi nemmeno, abbandonato agli altri, come cani affamati.
Nel mentre però la nostra menzogna si porta avanti con grande gioia, con determinazione, anestetizzando il resto.
Una felicità di facciata. Una felicità informata. Niente di fattuale. Il vuoto felice, ma con il calcare ai bordi, un calcare che cresce fino a riempire.

Mad pride ritiene che la pazzia sia l'effetto di un totale denudamento del sé, oltre che una frammentazione dell'io. Il sé è messo a contatto con le cose messe in relazione alla propria esperienza, ed è come se potesse dire a sé stesso “ecco, questo sono io”. Molto spesso nella pazzia quello che ci vengono mostrati sono mostri, fantasmi, incubi, immagini insopportabili, ma vere, esattamente quanto è vera la nostra fragilità.
Mad pride sostiene che sia possibile uno sviluppo, rendere possibile la crescita del sé, farlo diventare adulto, senza che sia per ciò stesso costretto a cristallizzare idee che non gli appartengano, dunque, in sostanza, rendendo possibile il mutamento della materia stessa, come fosse un processo alchemico.
Mad pride ritiene che al giorno d'oggi questo processo sia ostacolato.
Per prima cosa bisognerà essere orgogliosi del proprio Sé, per quanto possa apparire agli occhi della società come ributtante o risibile. Da lì imparare a conviverci. Renderlo sovrano, creatore, datore della propria norma di vita.

Mad pride se ne fotte delle esigenze del mondo del lavoro, della morale, dell'educazione “borghese”, delle mille abitudini che ci fanno schiavi, da quelle legate al divertimento, alla carriera, alla narcotizzazione, all'abbigliamento, al sesso etcetera.
Mad pride vuole rendere dignità al denudamento totale del sé, e non per semplice filantropia, né per esigenze assistenziali, ma piuttosto perché da lì si ritiene possibile lo sviluppo dello spirito.
È vergognoso che la maggior parte della gente tenga nascosto qualcosa di sé che mostrerà spesso solo nell'intimità con gli altri, e in maniera immatura, perché è di energia, tutto sommato, che si parla, e nessuno ci insegna a gestirla.

I pazzi sono immaturi perché la paura blocca la crescita del loro sé.

È questo lo scandalo che vuole rivendicare Mad Pride.
Basta con l'emarginazione e la demonizzazione di chi è “diverso” per condizione emotiva e psichica. Basta con il bullismo della mediocrità. Basta con l'egoismo che rende vigliacchi e non orgogliosi. Basta con il voler essere a tutti i costi come quell'altro che sorride (a sua volta come un altro, che come un altro, che come un altro, che come un altro, che in fondo nemmeno esiste).

Ovvio, l'unico modo per rendere possibile questo è iniziare a protestare contro lo strapotere della psichiatria e della massa arrogante, e per far ciò, creare una comunità di intenti, incontrarsi e cambiare prospettive.


Luca Atzori